lunedì 26 novembre 2012

La ragazzina dalle ballerine di vernice nera.


La mia vicina di casa avrà avuto tre gonne in tutto, due jeans e qualche magliettina, ma sembrava sempre perfetta. Le sue scarpe venivano portate dal calzolaio due o tre volte prima di essere ricomprare, eppure avevano sempre un aspetto pulito e lucido. Ai matrimoni era vestita nella sua solita maniera,quasi fosse una  divisa; me la ricordo ancora: gonnellina a strati leggerissimi giallo canarino e una ghiacchetta blu sopra. Le immancabili ballerine di vernice nera, che avrà messo forse dal numero 33 al 36. Sempre le stesse ballerine,intendo, era il piede che doveva adattarsi.
 La mia vicina non era una poveraccia, forse tiravano un pò la cinghia in famiglia, ma come forse il 90 % delle persone.Era però una gran croticona, fin da bambina: le sue quattro cose erano sempre migliori delle altre, e tu con i tuoi vestitini eri sempre vestita da zingara. Una commare acida in versine baby. E io mi sentivo sempre in difetto, pur mettendo lo stesso pantalone forse per un inverno e stop, pur comprando  quattro o cinque paia di scarpe l'anno.
Crescendo io son peggiorata,ho armadi e armadi di vestito,eppure  mi sento sempre un pò approssimativa nel vestire; lei lavora nel commercio,e quandola vedi sembra indossi una  "divisa":pantalone nero e  maglietta liscia sopra,più tacco.
 Ci siamo perse di vista,a volte la incrocio quando torno dai miei, ma ultimamente è sempre più raro vederla. Tanto che non pensavo a lei da una vita, pur essendo io una che vive molto nel passato.Ma oggi chissà come mai, mi è capitata sottomano una vecchia foto, io e lei in bici. La mia una fiammante mountain bike viola, il mio orgoglio da ragazzina, ragalata per lacomunione. Lei la "graziella" della mamma, la classica bici col cestino, che adesso va tanto dimoda. Adesso. A sentir lei guidavo un cesso, era un cesso di regalo di comunione, ero un cesso io in primis alla comunione, col vestito fatto dalla mamma, in un tessuto che era un cesso. Per un periodo ho odiato quel vestito, e quando con le amichette si descrivevano gli abiti che avremmo indossato,mi tiravoin disparte, temendo che  lei dicesse qualcosa di brutto sul mio. Col senno di poi,se solo potessi farvi vedere quant'è bello...semplice e chic, un vero vestito da bambina, elegante e sobrio,per non sembrare una sposa in calore a dieci anni. Per dire.
Torniamo alla foto. Saranno passati forse 20 anni, cavolo,mi si è stretto di nuovo lo stomaco. Per la rabbia,all'inizio, poi per una strana sensazione che non so descrivere, un misto tra la frustrazione per non avrela mai mandata a cagare,il dispiacere per non essermene fregata quando avrei dovuto e un senso di liberazione.
Mi sonoguardata gli stivali da cavallerizza, nuovi, di marca,pagati un occhio della testa ma tutti pieni di polvere e bisognosi di una belle passata di nero.Lei li avrebbe criticati abbestia. Ma l'età ti daun vantaggio,ti fa interpretare cose che da piccina sembrano inspiegabili. E ho capito, e mi ha fatto un pò pena.Sarà stata invidia? Boh, no,spero dino,non mi piace suscitarla. Sarà stata antipatia? Caratteraccio?  Sarà stato livore immotivato verso di me?Mi spiace pensare di ispirarlo. Però io da ragazzina ero quasi sempre contenta, lei viveva delle critiche all'altrui vita. E non è bello.
Oggi mi è dispiaciuto per lei, davvero. E meno per me...

sabato 24 novembre 2012

Dolcetti al cocco



Il bepi non se lo spiega, ma ci sono periodi in cui scodello, sbatto, inforno e sforno. Una pasticcera pasticciona,fervente e un pò isterica. Io la faccio passare per una scelta bio, un desiderio di mangiare bene e naturale, certo, senza stare però a sottolineare che tutto ciò accade maggiormente per circa 10 giorni al mese, durante i quali in casa non può mangare uno sfizietto dolce, non deve.
 Lui no sa. Loro non sanno, nessuno di loro. Nessun uomo può capire che diavolo sia la sindrome premestruale: vai in giro come un'Erinni, la lacrima facile, l'incazzatura ancor più incalzante e la bocca pronta ad ingurgitare tutto ciò che sembri (non dico abbia) ma che solo sembri avere dello zucchero al suo interno. Perciò,c'è poco da stupirsi se ieri sera, alle ore undici e un quarto,ho preso zuccheriera,farina,uova, bilancino ed impastatore e ho varcato con passo sicuro la soglia della cucina, pronta a fare qualcosa di velocissimo ma buono. E questi, credetemi,sono paurosi: veloci come l'intervallo pubblicitario di un bel film, buoni e profumati, grazie al cocco. E collaudati,visto che son anni e anni che li faccio e rifaccio,non è poco.
 E visto che son buona anche io, la ricetta ve la do, tanto più che a parte una spopositata dose di zucchero, c'è poco altro e neanche un goccino di latte.
Dunque:
200 grammi di zucchero (perfetto in sindrome premestruale)
180 di farina di cocco
 2 uova
50 grammi di farina
 qualche goccia di essenza di vaniglia.

Innanzitutto, prendete una bella teglia, mettete un foglio di carta forno e accendete il forno a 160 gradi. Poi in una ciotola unite zucchero e uova, sbattendole energicamente fino ad incorporarle in un bel composto spumoso ed omogeneo.Io c'ho provato a mane per circa 7 secondi,poi ho guardato l'impastatrice e mi son detta "ti ho pagata profumatamente,ti uso. Fatica tu". Macon un pò di buona volontà si fa benissimo anche a mano.
A questo punto incorporate a pioggia la farina e il cocco setacciati e voilà. Fatto. Preparate tante belle palline di circa 2 o 3 cm con le vostre belle manine e infornateli per trenta minuti(dipende dal forno,perciò guardateli,eh!).
Forse ho impiegato più tempo a scrivere oggi la ricetta che a realizzarla ieri sera... perfetti per lo tisanina prenanna e col latte la mattina, il gusto è tutta un'altra cosa se inzuppati! Col caffè invece suggerisco una spolveratina di zucchero a velo, tanto per renderli più bellini, e un pirottino rotondo. E fanno la loro porca figura. Vi sono mancate le mie ricette,nevvero?!?!?!
 ps.non sono quelli in foto... io e la macchina fotografica siamo due rette parallele.

venerdì 23 novembre 2012

Genio incompreso

Vanno in giro dei geni, dei "gegni",anzi. E fatalità spesso li incontro sul mio cammino. E nei momenti meno opportuni. Che qua io son buona e cara ma ti metto le mani addosso,cribbio! Che é successo. Dunque, nel parcheggio di un famoso mobilificio delle mie parti ho avuto un piccolo incidente in macchina. Ero con Tatina, la macchina,pur andando a velocità da manovra in un parcheggio, ha fatto acquaplaning, ci siamo girati su noi stessi e il sedere della macchina ha impattato con un pilone. Urla di Tatina,povera, e io col fischio nelle orecchie. E il cuore a mille, nella testa e nel cuore paura di quello che potev essere: e se avessimo investito qualcuno,o se qualcuno ci fosse venuto addosso,e se Tatina non fosse stata nel seggiolino (nooooo,impossibile!!),un turbine di cose brutte che solo a scrivere mi sta tornando su e io o devo schiacciare coi tacchi nell'angolo più recondito del cervello. Mi assicuro che Tatina stia bene, mi tolgo dal luogo del danno, scendo dalla macchina, vado a quantificare il danno, penso a tutti i soldi che dovrò spendere, al matrimonio che si avvicina sempre,più,al,buco nero che sta risucchiando le nostre finanze ultimamente,penso a come chiamare il Bepi senza fargli prendere un colpo...mille e mille cose insomma. Torno dentro da Tatina,la vedo tranquilla,io mi sforzo di sembrarlo. Fuori passano forse una ventina di macchine, neanche un cane che si fermi a chiedere se é tutto ok. Cavolo, neanche chi ci ha visto fare testacoda. Mica mordiamo,una mamma e una bimba di due anni, forse sembriamo pericolosissime. Anzi,nessuno si ferma, tranne il genio di cui sopra. Accosta,si sporge e vede tutti i pezzi della mia macchina sparsi tra il pilone e il parcheggio. Io ero dentro,sul sedile passeggero, divisa tra cellulare e Tatina. La squinzia cerca la mia attenzione, io mi affaccio al finestrino,e lei mi fa: "Ti si è rotto il parafango e il faro,lo sai?". E se ne va. Silenzio. Silenzio. Silenzio. Poi il tonfo delle mia braccia che cascano a terra. Ma cosa credeva,che avessi portato mia figlia al parcogiochi? Peccato che le risposte taglienti mi vengano sempre a casa,ore più tardi,dopo aver vissuto e rivissuto la scena millemila volte nella mia testa. Peccato che oltre alle riposte al vetriolo mi sia venuto anche un discreto giramento di balle... E non (solo) per la macchina, ma per Tatina: spavento a parte, è rimasta proprio scioccata e ricorda in continuazione l'incidente... spero passi,insieme al nodo allo stomaco che ho,un misto tra rabbia e senso di colpa...

lunedì 5 novembre 2012

La saggezza del Bepi

Io ho tante buone intenzioni, tipo quella di avere un terrazzo rigoglioso di fiori. Puntualmente le piante crepano. E le ricompro. Il che insegna due cose:
  •  Non ho costanza
  • Non imparo dai miei errori.
Perciò,secondo voi, se mi si dovesse presentare l'occasione di fare una cosa ripetitiva, che ha bisogno di tempo e costanza, che non posso mai trascurare pena l'estinzione del progetto,una cosa tra l'altro laboriosissima,cosa potrei rispondere? Ovvio,si si,lo faccio. Pena pentirmene due giorni dopo. Una mia conoscenza fa lo yoghurt in casa da anni,e ora vuole "tramandare" a me la tradizione. Mi ha chiesto se volevo i fermentini,mi ha spiegato la tecnica,mi ha detto che devo curarli molto e spremerli ogni sera,non posso saltare mai. E io sono tornata a casa tutta contenta. L'ho detto al Bepi, e la sua reazione è stata di attonito stupore. "Ma che vuoi portare a casa i vermi?" "Oh dai,ma che vermi,ma sai che bello,che inno alla natura,che scelta bio..." "Uhauhaua,tu scelta bio,che mangi peggio di uno struzzo" (piccola nota,pare che gli struzzi mangino pure i sassi,fine della piccola nota) "Vabbe è la spinta a migliorare..." "Anna, sai come va a finire, il primo giorno tutto ok,secondo pure,al terzo già ti scocci ma lo fai, dopo una settimana mandi a fanculo i fermentini" Perche perché perché mi conosce così bene??????

domenica 4 novembre 2012

Il blocco dell scrittore...

Quando ricevo brutte notizie è cosí,ammutolisco. Ed è quello che sta succedendo a me. Prima in famiglia, poi al lavoro. E io,che non son proprio un cuor di leon,penso subito al peggio. Qualcosa si sta risolvendo, qualcosa sta per entrare nel vivo della questione e ne sono spaventata. Vedremo dove ci porterà questa fine dell'anno... Per distrarre la mente ho un metodo infallibile: mi sto buttando anima e corpo nei preparativi del matrimonio. Certo,vorrei viverli più serenamente,per strano che sembri,quando sto li a cercare location,a valutare preventivi,a spedire mail,quasi tutti i problemi si rintanano in un cantuccio del cervello e del cuore,dormono un pò e io respiro. Certo,è momentaneo... Paradossalmente,tante e tante volte arrivo qui,guardo lo schermo bianco e ho il "blocco dello scrittore". Passafemi il termine,dello scrittore non ho niente,il più delle volte i miei post sono scritti di fretta,senza esser corretti grammaticalmente. Il foglio bianco mi intimidisce, peccato,perché poi basta la prima frase e le parole escono giù di getto,a volte troopo velocemente per digitarle. Ma se l'incipi non mi viene... oh,niente da fare. Chissà che mi è successo stamattina,con la testa piena di rogne,davanti a me un lunedi lavorativo nero,una mezza influenza. Eppure,tiè,un bel post mattuttino, scritto rra un cornetto e un caffè doppio,mentre di la padre e figlia dormono tutti abbracciati che ti viene la lacrimuccia solo a gardarli...r />

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