martedì 30 aprile 2013

Sovraesposizione.



La sovraesposizione,in fotografia,è l'eccessiva esposizione (cioè del tempo di posa e della relativa apertura del diaframma), rispetto a quella necessaria per ottenere un'immagine corretta. In un senso più ampio,e più intimo, è che mi sono esposta troppe volte, troppo ampiamente e per troppo tempo. E per quanto il blog racconti una parte infinitesimale della mia vita,mi son ritrovata a scrivere imbrigliata dalla consapevolezza che nella rete Suimonticonanna sono io,con un nome e un cognome. E troppi lo sanno. Perciò ogni post,scritto di getto,veniva poi troppo rimaneggiato per non offendere nessuno e  non creare casini nella vita vera. E ne ha creati,eccome. C'è chi non ha capito il divertisment,chi l'ha preso troppo sul serio,chi l'ha temuto e chi  deriso. Mi frega poco,in linea di massima,ma se qualcuno rimane male,ecco,no, quello midispiace. Una serie di incomprensioni,unmomento mio forse particolare e  son sparita.. puff. Da più o meno tutti i social. Guardo. Osservo,ma interagisco  poco e spesso in preda ad un raptus euforico o collerico.
In più,un post non è una performance, ma lo era diventato. A forza di tagliare,di riscrivere,quella che  non ero più  io,ma la versione più divertente/allegra/intelligente/simpatica/figa di me. Oh,che io poi figa non lo sono per un cacchio. E spesso e volentieri non son neanche allegra. In effetti avevo raggiunto il mio scopo: 20 righe da leggere d'un fiato,magari accattivanti,ma mai personali. Mi dicevo."Anna,mi raccomando,non parlare di tizio e caio,che poi chi  li sente,evita di toccare quell'argomento spinoso e non tediare nessuno coi tuoi momenti no;non ti esporre troppo,che non è il diario segreto,ricordati che ti legge pure lavicina di casa e che figura ci fai..." Ecco,anche no. Non voglio crear problemi,non voglio raccontare i fatti di nessuno nè perdere la faccia davanti al mondo reale ma neanche voglio  inventare una vita che non è la mia. Rileggevo  i  post raramente,perchè quella che veniva fuori sembrava  una Anna fatta di coca,con  la voce due toni più alta del solito. QUel che ho scritto è sempre stato vero,ma il modo di viverlo che èdiverso,e fa la differenza. Non sono scanzonata come sembra in alcuni degli ultimi post,nè melensa come appaio in altri.
Anche ora,è tardi,sono al buio,mi sembra di poter scrivere le cose più intime di me,come se parlassi con me stessa,il tranello di vedersi davanti al pc,soli,nel silenzio notturno,è una trappola da avitare accuratamente: domani il post viene pubblicato,e se il panettiere mi guarda di traverso non voglio correre a casa pensando"che cacchio ho scritto,forse mi son lasciata andare...".
Ma neanche voglio abbandorare tutto,mi è dispiaciuto come se  avessi trascurato una vecchia amica....
Non so come andrà a finire,devo trovare acnora un compromesso tra la mia parte social e il mio desiderio di anonimato e privacy.
Come  si sente spesso? 
" Vi faremo sapere...."
Anna
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